24/07/17 – QUARTIERI E PARTECIPAZIONE, LIMITI DEL NUOVO SISTEMA E REPLICA AL PD

Per “CesenaSiamoNoi” è necessario intervenire decisamente in merito alle dichiarazioni del capogruppo PD Davide Ceccaroni sulla scelta fatta da alcuni gruppi di rimanere fuori dalle nomine dei consigli di quartiere. Dal 2015 il nuovo regolamento dei quartieri, voluto dall’ Amministrazione,  non prevede più la scelta tramite elezione diretta tra i cittadini del quartiere ed i loro candidati, ma la nomina da parte dei gruppi consiliari da una lista di autocandidature, con numero di posti assegnato in base ai risultati delle elezioni amministrative.  Il nuovo regolamento è stato votato favorevolmente sia dal PD che da Libera Cesena, che pure in seguito ha sollevato molti dubbi sulla sua reale efficacia.

Il nuovo regolamento priva di fatto i consiglieri di quartiere del loro mandato popolare, legandoli ad uno specifico gruppo consiliare e riducendo la loro autonomia e priva il cittadino della possibilità di scegliere i propri rappresentanti territoriali. Nei fatti il sistema delle autocandidature ha trovato un riscontro debolissimo e insufficiente: sono arrivate in tutto 250 autocandidature, di cui solo 80 corredate da un curriculum, per 12 quartieri, insufficienti a coprire l’organico dei Consigli e la necessaria riserva prevista e senza chiari criteri di scelta per i consiglieri.

Il Pd ha mascherato questa modifica del regolamento come necessaria, dovuta a Leggi e spending review, ma questo non trova conferma nelle realtà a noi vicine più piccole in cui, le cui amministrazioni hanno saputo trovare sistemi efficaci per mantenere il necessario sistema elettivo dal basso per i consigli di quartiere, senza gravare sulle casse pubbliche.  Si è trattato di una modifica che non poteva essere avallata da una lista civica come  “CesenaSiamoNoi”, che ha la partecipazione dal basso come  principio fondante e obiettivo di molte iniziative concrete. Questo ha portato alla difficile, ma inevitabile decisione di non nominare i consiglieri di quartiere a cui avremmo avuto diritto.

A due anni dallavvio e nonostante limpegno personale dei consiglieri di quartiere, il sistema rivela tutti i propri limiti: emergono in una mozione, cui hanno lavorato gli stessi consigli di quartiere e in cui si chiede, di fatto, sia un maggior ascolto da parte dell’Amministrazione stessa, che spesso preferisce il ricorso a strumenti non regolati né trasparenti come Carta Bianca, senza alcun coordinamento con i consigli di quartiere, sia l’esigenza di un miglioramento del sistema relazionale con i cittadini, che continuano a rivolgersi poco ai quartieri.

I cittadini certamente non vengono coinvolti da un sistema che non hanno scelto, che riceve validazione unicamente da gruppi politici e che spesso è l’amministrazione stessa a delegittimare. Emblematico è il caso Borello, in cui la mancata risposta alle richieste di chiarimenti del Quartiere sulle voci di apertura del centro di accoglienza ha favorito l’aggravarsi di una questione delicata e sminuito il ruolo del Quartiere.

La mozione non osa chiedere una revisione del sistema di nomina attuale ed è stata presentata in Consiglio senza essere approfondita in commissione da tutti i gruppi consiliari, forse temendo ulteriori approfondimenti delle criticità, salvo poi attaccare strumentalmente sui giornali chi è critico nei confronti di questo sistema.

“CesenaSiamoNoi” continua ad essere favorevole al ripristino del precedente sistema elettivo per far partire una valorizzazione necessaria delle funzioni del quartiere: la partecipazione si riattiva a partire dai cittadini, in maniera trasparente e libera da qualsiasi opportunità partitica e manipolazione.

Movimento Cesena SìAmo Noi

24 luglio 2017