Vicenda “I Gessi”: un pasticcio ereditato e mal gestito

Nel 2001 il Comune di Cesena bandisce una gara pubblica, vinta dalla società “Al Monte” col progetto di un ristorante (“I Gessi”) e la realizzazione di una veranda per la sala da pranzo.

Nel 2009 si scopre la mancanza del certificato di agibilità definitiva richiesto al Comune e la scadenza dell’autorizzazione temporanea per la veranda, di cui il Comune obbliga la demolizione, effettuata dalla stessa società, che si trova costretta a chiudere e nel 2012 fa ricorso al TAR, chiedendo la nullità del contratto e il risarcimento danni.
Nel 2013 il Tribunale di Forlì definisce nullo il contratto di concessione, violate le norme urbanistiche e condanna l’amministrazione al risarcimento danni per essere “venuta meno all’obbligo di comportarsi secondo buona fede”.
In questi giorni, nonostante i vari ricorsi presentati dal comune, la Corte di Cassazione ha stabilito che il Comune di Cesena dovrà pagare.

Tanti sono gli aspetti da chiarire, perciò in occasione del prossimo consiglio comunale presenteremo un’interpellanza rivolta direttamente al sindaco Paolo Lucchi.
In particolare la Giunta deve esplicitare alla città contro quali persone fisiche intende rivalersi legalmente e con quali motivazioni e perchè non l abbia fatto già prima evitando così alla cittadinanza pagante l’attesa di altri anni per la definizione di questo ulteriore contenzioso legale, quanti sono stati i tentativi di conciliazione tra le parti e quali sono state le proposte di conciliazione che i gestori hanno definito in una recente intervista a mezzo stampa come “assurde e inaccettabili”.
In conclusione, ad oggi il Comune di Cesena si trova a dover far fonte ad un importo milionario (la richiesta supera i 4 milioni di euro e verrà definita entro Ottobre) che graverà sulle casse comunali, oltre ad un immobile di proprietà comunale in disuso da anni e in grave stato di degrado.
Speriamo che il sindaco fornisca gli elementi necessari per chiarire ulteriormente le responsabilità di una vicenda che ad oggi rischia di compromettere gravemente le casse comunali e la credibilità della Giunta che le amministra.