Una Decisione Politica è Ben Diversa Da Una Decisione Partitica. La Diversità Di Un Movimento Civico Partecipato

di VITTORIO VALLETTA

Colgo l’occasione di alcuni messaggi e commenti per precisare alcune affermazioni contenute nell’ottimo articolo di Giorgia Canali: il suo attivismo ed il lavoro del Corriere di Cesena in questa nuova stagione politica stanno a quello delle altre testate locali come la Mclaren di Hamilton al campionato 2014 di F1. In una delle prime frasi dell’intervista sottolineo la libertà di non dover sottostare a direttive di partito. Qualcuno lo ha interpretato come una libertà personale di giudizio senza confronto con gli attivisti ed i simpatizzanti del movimento politico Cesena Siamo Noi.

Nulla di più diverso: ogni decisione è frutto di ampio lavoro condiviso, alla continua ricerca di collaborazioni, spunti, miglioramenti. Per me niente linee di partito significa non aver l’obbligo di sottostare a diktat dall’alto se non condivisi.

Una decisione politica è ben diversa da una decisione partitica, di pura appartenenza al brand. Capisco che alcuni non vedano la differenza. La mia generazione è stata abituata negli ultimi 20 anni a dover scegliere un nemico da sfidare, ed una fazione da sostenere. In assenza di guidizio critico tifo e bandiere possono bastare. La diversità di un movimento civico partecipato, senza legami con i poteri forti della città, o senza uno sponsor nazionale, non è verosimile per gli altri partiti. Molti non pensano che si possa condividere una morale senza che questa sia dettata da padri costituenti di gran nome.

Perché abbiamo sempre bisogno di santi e di eroi, noi italiani. E di un forte senso di appartenenza. Proprio in questo periodo estivo, parlando con un/una giovane consigliere cesenate del PD, si dibatteva sull’argomento. Io indicavo lo strapotere numerico del PD in consiglio comunale (16 su 25) e mi chiedevo se il sindaco Paolo Lucchi saprà gestire una maggioranza responsabile. Una maggioranza che tuteli anche le voci interne fuori dal coro, perché queste siano un arricchimento e non una spina nel fianco. Se chiedi alle opposizioni un dialogo costruttivo dovrai pur dimostrare con i tuoi un comportamento di libertà di espressione.

Invece ci troviamo con un PD che prima di ogni Consiglio comunale al lunedì regola i contiin casa propria: confronto libero, ma si decide a maggioranza. Dunque in consiglio si assiste regolarmente a votazioni rigorosamente all’unisono, con qualche muso lungo, ogno tanto, del dissidente di turno. Una organizzazione perfetta. Una macchina da guerra in cui si scelgono i candidati prima delle votazioni gia con occhio ‘critico’, quindi una volta eletti si impone la legge della maggioranza.

Se ti trovi in contrasto più di una volta e se l’obbligo del voto unanime ti fa scendere la catena, nessun problema: ti puoi dimettere, e far salire al tuo posto un altro armato di buone intenzioni e di rinnovata pazienza. Il sindaco, che nomina una giunta, che riceve il voto unanime da consiglieri che devono sostenere la giunta. Per obbligo di partito. La morale personale può aspettare.